Nel mezzo del cammin della mia vita mi ritrovai in una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura,
il dubbio mi frenava sui miei passi, nel rivelar al pubblico presente, che sopra il testo l'assente era sintassi.
La ragione suggerì di scivolare, come l'ali tra le nubi e recitare, librandomi legger sullo svarione di quel testo si mal fatto ed abbozzato.
Spiccai lo volo a volteggiar tra le parole, sperando in un miracolo improvviso, che sulla pagina ancor prima ch'io ci fossi, mutasse quell'errore di sintassi.
Inevitabile l'abbozzo di parole senza pietà mi corse incontro forte e duro, colpendo dritto il centro del mio petto, fermando lo mio volo come un muro.
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A volte si presenta una situazione difficile da affrontare con piena sincerità.
Stai per incidere uno script, non lo hai mai letto, il copy te lo porge in quell'istante. Lo metti sul leggio e già alla prima occhiata ti accorgi che ci sono un paio di errori grammaticali. Non sono facili da mascherare e non passano come licenze poetiche!
Che fare?
La risposta di ogni speaker navigato è: leggili come sono scritti e recitali in modo che suonino da dio! Mai visto testi così belli. Infatti...
tutti sanno che discutere uno script è il primo passo verso un viaggio infernale. Il testo è stato scritto da qualcuno: potrebbe essere una persona che ha ottenuto nella sua carriera diverse lauree, in comunicazione e persino in lingua italiana. Potrebbe essere una persona straniera che ha scritto il testo traducendolo nella lingua del Sommo Dante con l'aiuto di un professionista fidatissimo. Potrebbe trattarsi del lavoro in comitato di una agenzia con un grande pedigree e con tanto di premi ricevuti a concorsi internazionali, tutti belli appesi alle pareti degli uffici.
L'unica cosa che hanno in comune tutti è di non voler in alcun modo sentirsi dire dallo speaker che il testo è sbagliato o sgrammaticato.
Lo speaker deve fare il suo lavoro, leggere e interpretare, usare la sua voce e la sua capacità interpretativa per accendere la magia della produzione.
Magia! Una bacchetta magica sarebbe necessaria accompagnata dalla formula e dalla pozione che renda ragionevoli tutti i presenti. Ma non c'è magia che possa affrontare questo gigantesco troll da tastiera!
Se recito il testo così com'è, non suona. Io non sono un linguista ma conosco la mia lingua, devo conoscerla abbastanza per poter affrontare ogni tipo di script, dagli audio libri ai corsi agli spot.
L'errore è evidente, tutto lo stile dello script ha sapore forestiero, sembra translato alla mia lingua attraverso google e perito nel passaggio. Nessuno si è accorto del cattivo odore che già manda il cadavere e tutti son li ad attendere che prenda vita dalle mie labbra.
Ma non accadrà, non suonerà mai come nei sogni del committente. Lui ignaro ascolta solo il suono ma il suo esser forestiero gli rende invisibile l'orrore.
Ma tu, tu che stai per leggere, tu che stai per diventare la voce di quella produzione, tu sai come apparirà agli occhi del pubblico e dei tuoi conoscenti, sia ai colleghi che ai clienti.
Insomma hai una dignità da difendere. Ma hai anche una famiglia da mantenere!
Questo è solo il primo di una serie di script per cui sei stato scelto, sarai il protagonista, la voce ufficiale.
Un vero onore alla notizia dell'evento che si trasforma in un dubbio amletico:
leggere o non leggere un testo sgrammaticato? Se sia più onorevole per l'attore affrontare i dardi della verità che si nasconde dietro la pubblicazione del lavoro finito o l'affrontare il disonore che provoca il dire il vero in faccia a chi ti ha scelto e perder così la grazia ed il lavoro?
All'indomani della pubblicazione il vero sarà vero. A nulla varrà spiegare che il cliente non ha sentito ragioni, sarai tu la voce che declama quegli orrori.
Sarai tu, l'unico attore sul palco e non vi sarà traccia del regista e dello sceneggiatore. Non si sentiranno le eco dei tuoi lamenti di preghiera per curare il malato moribondo, per aggiustare il verbo malandato.
Tacere fino ad arrivare al forziere e farsi pagare, tappandosi le orecchie quando passa alla radio o cambiando canale quando passa in televisione, oppure dire quel che c'è da dire?
Il cliente non è il tuo, metti in difficoltà l'agenzia che ti ha scelto, il fonico che ti deve registrare, il copy che colto di sorpresa viene ferito nell'orgoglio. Il committente che si sente tradito e non sa più a chi credere.
Eppure è lì, evidente come un dardo infuocato in un cielo scuro: non mente e non si nasconde l'errore che uccide il testo. Tu lo leggi e lo rileggi per trovare una scappatoia, una via di fuga che ancora non si è palesata, un colpo di genio da attore consumato che lo farà apparire come una licenza dovuta a tutti i poeti. Ma il regista ti ferma e ti dice di non far pause, di legger diritto e ritmato senza soste, il 40 secondi che hai sotto gli occhi non solo è sgrammaticato e ridondante, deve pure stare in 30 secondi ma 27 sarebbe meglio per dare respiro alla musica.
Faccio esercizi di articolazione tutti i giorni, ho fiato quanto basta per farlo tutto in due respiri e forse in uno se non inciampo, posso farlo. Posso chiedere al fonico di velocizzarne una e darmi il ritmo, penso a casa, penso al mio commercialista, penso al fatturato e mi lancio in una perfetta esecuzione veloce come il vento e fluida come l'olio Castrol.
Ma non piace, è troppo veloce: "la prego, non ci metta fretta, deve dare un senso di rilassatezza come nel provino che abbiamo scelto!"
Il provino, certo, i 15 secondi del provino non erano questo script.
Che fare? Sono in mezzo al deserto e non so dove andare. Solo dune, una dietro l'altra e se non trovo una fonte, presto resterò senza parole. Il regista vuole portare a casa il lavoro, il copy vuole portare a casa il lavoro, lo studio di registrazione vuole concludere la sessione. Tutti vogliono la mia pelle e io dovrò avere altre 9 vite da consumare perché questo è solo il primo di molti progetti per cui sono stato scelto.
Sono stato scelto. Sono la vittima sacrificale, il volontario che terrà il dito nel buco della diga fino a che tutti saranno in salvo.
Prima o poi crollerà, è solo questione di tempo. Occorre trovare le parole giuste, il giusto tono e tentare la sorte per salvarsi:
"Questo testo è davvero bello, converrete però che forse per questo particolare spot da soli 30 secondi è un po' lungo. Io non sono un copy e non saprei come fare ma forse l'autore ci può aiutare."
Il regista mi guarda torvo, il copy sembra smarrito...
"Non potrebbe essere più svelto? Tenendo un tono pacato..."
Con gli occhi più dolci e mesti che posso recito la mia parte:
"Ho provato ma con il mio tipo di voce non riesco a fondere le due cose, sembro frettoloso..."
Immaginavo la scena ma capii che non c'era verso. Solo la verità mi avrebbe reso libero!
"Ragazzi, il testo è lungo e ci sono alcuni errori di grammatica: o lo correggiamo o non si riesce a portare a casa lo spot. Ci siamo sopra da un' ora. Signor copy, lei parla un eccellente italiano per essere scandinavo, complimenti. Ecco qui i punti dolenti dello script."
Ci fu una pausa, lunga quanto il tempo di un paio di telefonate e un paio di sigarette.
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... entrai in quel cammino nascosto per tornare alla luce del sole; e senza prendermi un attimo di riposo salii in alto, fino a quando vidi gli astri del cielo attraverso un'apertura circolare.
E di lì uscii per rivedere le stelle.
l'inferno di uno speaker from paolo balestri on Vimeo.
l'inferno di uno speaker - Podcast
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