Noi siamo la voce di mille prodotti.
Spingiamo la gente ad amare cose che poi andranno a comprare.
Ci andremo anche noi perché siamo comunque sia mezzo per divulgare l'amore per le cose che il target della complessa macchina della pubblicità. Inevitabile follia.
Noi speaker, siamo stati seduti per anni fianco a fianco con i grandi comunicatori, abbiamo realizzato gli spot, i filmati, abbiamo letto i risultati alle convention di settore, quindi persino con le briciole di quel sapere avremmo dovuto migliorare la nostra comunicazione, la nostra immagine.
Invece no! Noi speaker, noi voci nell'ombra, noi che siamo qui sul web a disposizione del pubblico pagante per dare una bella voce alle idee degli altri, siamo i peggiori pubblicitari di noi stessi.
Lasciamo che gli altri ci prendano e ci raccolgano sotto l'ombrello della speranza di un lavoretto, per non sentirci inutili nelle giornate pigre: hey, io sono qui, posso farti il file audio
anche subito.
Siano benedette le giornate pigre, servono. Eppure è in quei momenti che lo speaker solitario sente di essere stato dimenticato, quindi è sempre alla disperata ricerca di qualche
strumento o qualche vetrina che gli faccia incontrare chi lo voglia amare. O pagare. O amare e pagare. Così finisce spesso dentro distributori di voci che promettono mari e monti: registra in
giornata, è disponibile on line adesso, risponde in un ora eccetera.
Ora vado dritto al punto e ti spiego bene come funziona il mercato delle voci sul web in questi anni.
Chiunque voglia aggiungere una bella voce al suo progetto lancia una ricerca sul web: voce per filmato, voce per spot, doppiatore, speaker, narratore.
Alla velocità della luce compaiono nell'ordine i portali che raccolgono voci, le agenzie che hanno le loro voci, i siti che ne propongono tante e via via a seconda di cosa il motore di ricerca ha trovato e di chi ha pagato per stare in cima alla pagina, e poi in coda i singoli siti degli speaker. Oltre la prima pagina.
Da notare che pochissimi tra noi speaker sono in grado di gestire le parole chiave per il SEO e spesso si realizzano siti belli da vedere ma privi di elementi che consentono di identificare senza
dubbi la pagina web. Luoghi bui dove partono in automatico video e audio ma dove per scaricare un demo devi pregare in aramaico. L'uso eccessivo di Flash, l'assenza di parole chiave
eccetera.
Così uno speaker che si apre un sito web per identificare il proprio spazio come speaker doppiatore pubblicitario deve per forza affidarsi ad un aggregatore per comparire tra le voci dei siti in
prima pagina. L'aggregatore diventa il luogo dove il cliente dello speaker andrà a fare la sua ricerca perché non ha mica tempo di cercarsi gli speaker uno alla volta. Tutto chiaro fin qui?
Anzi, alcuni speaker saltano proprio la creazione di un proprio sito web e vanno solo sugli aggregatori. Così non hanno una casa, sono homeless.
L'aggregatore ha un suo scopo: usare gli speaker per avere tanto da offrire agli utenti affinché il proprio spazio web assuma un grosso valore come vetrina pubblicitaria. O comunque che
diventi indispensabile per l'utente.
Ecco che non ci pensa due volte l'aggregatore ad inventare sistemi che comunichino agli utenti in cerca di speaker che li è possibile avere gli speaker senza neppure chiedere, basta dire
"registrami questo".
il messaggio
Il messaggio che passa è proprio questo, ci sono mille speaker, se non lo fa uno lo fa l'altro e tanto sono tutti li ad aspettare.
Forse è vero che registri al volo quello che ti chiedono, ma non è sempre così. Non è che passi davanti al microfono e registri.
Sei in grado di rispondere ad una richiesta in tempo reale, è vero. Lo faccio io come lo fa il mio collega Marco, o Lenny o Marileda o Mario, Alessia o Virtorio. Tutti possono farlo anche al
volo. Spesso se io stesso ho bisogno di loro ricevo i file entro pochi minuti. Io lo faccio per loro.
Qualche tempo fa mi capitò un fatto curioso: un cliente nuovo era in urgenze per un progetto che doveva concludere in giornata. Io stavo lavorando ad altro ma di tanto in tanto vedevo le
notifiche delle email. Ogni ora circa arrivava una frase da aggiornare. Io mi fermavo, aprivo il progetto da aggiornare e inviavo il file in risposta nel giro di 10 minuti. Andò così per
tutto il giorno. Una decina di frasi rifatte e progetto concluso. Come fossi stato di fianco al mio cliente. Lo hanno fatto tanti miei colleghi, non solo io.
La mattina dopo mi scrive la cliente: ieri non avevi niente da fare! Fortuna mia.
Qualche tempo dopo una casa di produzione di spot mi stava mandando file da registrare "appena puoi". Stavo registrando altre cose ma alla prima pausa registravo lo spot e lo inviavo. La
vicenda è durata una settimana, eravamo a ridosso delle ferie e c'erano tutte le campagne di settembre da preparare prima della chiusura ferragostana. Tra spot e correzioni, il cliente ha
cambiato la frase, questa è lunga falla più veloce, questa toglila, eccetera, avremo realizzato quindici comunicati. Sai quelle campagne per l'editoria? Ci piace cucinare, In Sella, Grand Hotel
eccetera. Prima di chiudere per le ferie mi scrive e mi dice: come hai fatto a mandarmi tutto così velocemente? Oh, grazie, mi hai salvato. Ma tu non avevi un cavolo da fare!
Capisci? Non ha pensato che gentile mi ha aiutato, ha pensato che non avessi nulla da fare! Invece quella settimana mia moglie mi nutriva con panini in endovena perché
non mettevo mai il naso fuori dalla sala microfono. E lei faceva lo stesso! In due non riuscivamo a parlarci a meno di non avere parole adatte nei testi da registrare. Dalle 9 alle 21 non
stop.
Ma quel messaggio, sono sotto pressione ma trovo il tempo anche per te, non era implicito nei file inviati per tempo. Riuscire a servire anche più clienti contemporaneamente non
significa non avere di meglio da fare, ma significa prendersi carico delle difficoltà altrui. Certo, poi mi hanno pagato ma è anche giusto così.
Qualche anno fa era in voga un software che doveva sostituire l'ISDN, si chiamava SoundStreak: (https://www.paolobalestri.com/soundstreak/).
L'applicazione restava attiva in background e quando un utente voleva un voice over, contattava quello on line e registrava. Chiaramente dovevi essere on line. Ma non prevedeva una chat da cui chiedere informazioni, potevi solo chiamare direttamente. Ho provato per qualche tempo e ricordo che c'erano un paio di persone che la usavano come macchina per farsi fare in tempo reale dei demo o delle frasi. Non ti chiedevano manco permesso, ti mandavano direttamente i testi e tu dovevi registrare. Soldi? Se ne parlava poi. Ma anche no.
A quel punto ero sempre off line.
Voice Bunny aveva una cosa simile, una piccola applicazione da cui potevi rispondere in tempo reale alle richieste. Era pieno di radio private che con la scusa delle demo si facevano registrare
piccole frasi (in un italiano piuttosto discutibile) e poi sparivano. Quindi per restare attivo dovevi davvero non avere nulla da fare. Così mi cancellai dal portale.
La lezione che ho imparato è che aprire la porta incondizionatamente a tutti ed essere disponibili con tutti è pericoloso. Ho dismesso ogni forma di "call me now sono libero on
line" perché ha sempre attirato gente poco educata.
Raramente da quei canali si presenta gente che rispetta il tuo spazio e il tuo lavoro, piuttosto gente che pretende che tu faccia adesso quel che serve loro.
Beh, io lo faccio, ma per i miei clienti.
snob
Io sono snob!
Ho la pretesa che quando una persona entra in casa mia chieda permesso. Io lo faccio e non potrei fare diversamente. Anche se è un negozio si chiede permesso.
Gli strumenti che ti pongono alla berlina come i software che dicono al pubblico in vetrina "sono qui e sono libero" mandano un messaggio sbagliatissimo. Rendono banale ciò che facciamo e
noi speaker, per tutto quello detto prima, dovremmo saperlo. Dovremmo rifiutarli perché non sono sul nostro sito web personale ma su un aggregatore e stiamo facendo gli interessi di altri a cui
noi interessiamo fino a mezzogiorno quando ormai è l'ora del tè con la Regina.
Poi ti senti dire "per dire tre parole vuoi anche essere pagato?": te lo meriti perché se tu sai fare il tuo mestiere e il tuo cliente non sente la differenza tra te e "suo cuggino Vincenzo
che fa l'intrattenitore alla pizzeria del tranviere", allora hai sbagliato vetrina e mercato su cui presentarti.
Oppure Vincenzo è più bravo di te. Una possibilità non trascurabile.
il target
Il web è aperto a tutti. Ma la comunicazione che offri su te stesso discrimina quelli con cui vuoi entrare in contatto da quelli che è meglio che non ti cerchino. Target. Quante volte
lo hai sentito dire nelle tue sedute con l'agenzia.
Se non hai pretese di rispetto, se non dai valore a quello che fai non puoi pretendere che gli altri ti diano un valore. Credimi, non dare per scontato che gli anni di studio, il talento, la
fatica ti vengano riconosciuti. Neppure la disponibilità e la gentilezza hanno un riconoscimento, anzi, vengono scambiati per coglioneria e nulla di meglio da fare.
Non sono on line su quei server vetrina, ma sono "live" sulla chat che ho qui da cui rispondo quando sono libero, ma è il campanello di casa mia.
Rispondo subito ma do sempre la precedenza a coloro che mi rispettano come io rispetto loro. Quindi il mio consiglio per te speaker doppiatore pubblicitario voice talent on line è:
attento a come ti pubblicizzi!
Se ti rendi disponibile sempre senza se e senza ma, mandi il messaggio che non hai nulla da fare. Ci sarà un motivo se non hai nulla da fare e nessuno penserà mai che sia perché sei veloce ed hai
già consegnato tutto. Piuttosto penserà che sei tristo e incapace. Non mi pare una bella pubblicità.
Grazie per il tuo tempo
Paolo
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Annamaria (venerdì, 11 gennaio 2019 15:43)
Sante parole! È proprio vero che la gentilezza non venga compresa e la prontezza ad agire venga scambiata per qualcos’altro. Io però le apprezzo entrambe. Grazie per questo articolo!
Paolo (venerdì, 11 gennaio 2019 15:58)
:) Grazie a te!