Faccio lo speaker.
Per lavorare occorre che qualcuno mi scelga. Ma è così per tutti quelli che commerciano.
Quindi realizzo i demo, file audio che raccolgono le mie qualità per venire riconosciuto; anche li che quelli come noi si fanno una fama: prodotto associato al nome e qualcuno memorizza chi sei! E dopo ti conosce, ti riconosce. Quando ti sente in TV o in radio o mentre fa il corso di aggiornamento in ufficio dice, io questo lo conosco!
Per capire: se vedi un salame sulla tavola è solo un salame. Ma se ci metti il marchio Negroni, dopo, quello è il salame Negroni. E tu non andrai semplicemente a cercar salami, ma vorrai quello, proprio quello. Quel salame di Paolo. Ok, me la sono fatta da solo!
Come al mercato, i demo per lo speaker, per l'attore della voce, sono la vetrina, il banchetto di esposizione. Ecco, il demo è il luogo su cui si radunano le signore con in mente il menù e palpano le cosce del polletto, stimano la freschezza del pomodoro, valutano la sodezza delle zucchine: mi palpano ben bene per capire se possono mettermi in padella. E per proseguire nello stereotipo, i signori vengono a soppesare la qualità dell'uva, l'aroma del mosto, la boccata del rosso in damigiana. A sentire se so di tappo. IO? Ma daai!
(ambiente: mercato)
- Venghino siore e siori a saggiare le mia specialità!
- Senta giovinotto, ho un evento importante. Mi serve roba buona, posso toccare?
- Oh... piano, non li, mi fa il solletico...
- e come va con l'articolazione questa roba qui?
- Oh, ecco: triglie di triglia di ramarro, sassolini sulla sabbia la zeppola non zuppa sulla pizza pazza...
- Ho una portata da 30 secondi ma devo farci stare 120 parole.
Me le dia piccole, le più piccole che ha.
- Potrem usar del parol abbrev. Cos ne pens?
- Mi par scem! Ma faccia un chil.
- Un che?
- UN CHILO!
(ambiente supermercato)
- Oh, vediamo qui cosa c'è! Oh, ragazzo, lei costa caro!
- No, davvero signore, sono nella media.
- A me serve con urgenza un doppiaggio celebrativo per i 136 anni della mia attività. Ho sentito quella del Centurione Caio... scatenate l'inferno...
- Si, certo! Possiamo avvicinarci allo stile ma, serve un testo e una musica che ci avvicinino...
- Oh perbacco! Il testo dice altre cose. Non è mica quel film. La musica è latinoamericana perché è una festa, 136 anni!
Ma lei, con quello che costa, deve ridare quella atmosfera caro mio!
- Al mio segnale scatenate l'inferno? A ritmo di lambada?
- Mi faccia sentire cosa c'è qua sotto...
- Hei, non è consentito toccare le cosette allo speaker!
- Mi serve uno con le palle ragazzo!
- Ah beh, si fidi. Sulla parola! Un chilo e due! Che faccio? Lascio?
A differenza della bottega io offro un solo prodotto. Me stesso. Sono vario, ma siccome tutto arriva dalla stessa sorgente non è facile catalogarmi.
Ho molteplici e variabili aspetti e capacità che mutano e si rivelano a seconda del prodotto a cui vado aggiunto. A volte sono anche il piatto principale e devo nutrire tutta la tavolata. E
soddisfarla. Ma la mente umana tende a catalogare una cosa e definirla in un modo, gli mette l'etichetta. Comunque sono una spezia, sono l'aceto sull'insalata, il limone sul pesce, il cacio sui
maccheroni, il pepe sull'impepaaaa aaaatciù!
Fare i demo è un lavoro sapiente, come quello della vetrinista. Così quando sei davanti alla vetrina puoi sognare quell'abito su di te, immaginarti figo come quel manichino. Cominci a desiderare di essere quel manichino e alla fine dici a te stesso: costa caro ma me lo merito! Entri e chiedi alla commessa l'abito in vetrina. E lei perfida ti chiede: che taglia?
Un momento, non me l'aspettavo. La mia! Sì ma che taglia porta lei? Mi faccia vedere... ti stima a occhio ed emette la sentenza: direi una 60. Mmmh... questo abito arriva alla 56. Ma veste largo. Prego, mi segua in camerino.
Speriamo il camerino non sia troppo stretto. E poi che farà la commessa? Mica entrerà con me? Non mi sono messo le mutande buone, ho un calzino bucato. Ho sudato come un carpentiere camminando in questo maledettamente enorme centro commerciale! Puzzo.
No, si figuri faccio io! Dov è il camerino? Quello? Vado!
Molti di noi realizzano i demo usando produzioni già realizzate. Chiediamo il permesso ai produttori e realizziamo un demo fatto di ritagli di tanti audio, incollati uno dopo l'altro, così che si capisca che siamo stati scelti per gente importante.
Forse qui facciamo uno sbaglio. Dovremmo realizzare cose nuove e originali. Avere il coraggio di non esporre quello che ci hanno fatto fare di importante. Se ho pubblicizzato un prodotto che al possibile cliente sta antipatico? Oppure è un suo concorrente? E poi finiamo per far sentire sempre il tono che più ci chiedono. Se dico Bee Gees tu subito senti il falsetto dei fratelli Gibb ma non è che Barry quando andava dal lattaio chiedesse: un litro di la ha ha ha hatte scremaaaaa aaaaa aaaaa aaaa latte scremà!
Ma t'immagini se dovessi diventare celebre per la voce di un cartone animato?
Sarebbe una rovina. Mi chiederebbero sempre e solo quella voce e per questioni di commercio e dovrei fare sempre quella. Ma poi ti direbbero "No, guardi, il mio è un filmato serio, mi serve una voce che esalti le qualità della mia azienda! La prossima volta se faremo una cosa per ridere... la chiameremo!"
Ma no, guarda che io le faccio benissimo le cose serie! Non sono mica così! Quello è un gioco! Serviva per quel personagg... ha già attaccato! Bastardo!
I demo bisognerebbe realizzarli mai da soli! Con un regista, una persona fidata che ti faccia da specchio! Che tiri fuori il meglio di te. Per dare la giusta energia, per dare il tono adatto al
prodotto. Commerciale, colloquiale come l'amico che ti parla, energico come il coach che ti spinge a dare il massimo.
Ma spesso a fare queste cose siamo da soli.
Quindi se incido questo podcast un sabato mattina mentre sono ancora mezzo addormentato e credendo di fare una cosa energica sto emettendo una voce che arriva dal radio Morfeo, il pubblico lo
sente e mi cataloga tra i rinco! Per i demo mi serve un parametro di misura.
Quindi mi lancio all'ascolto delle voci dei colleghi, così, sentendo ciò che loro fanno ho una base di partenza. Bisognerebbe non ascoltare quelli bravi, più bravi di noi ma quelli che
ancora sono in erba, che non sanno fare, così da sentirsi un po' più forti rispetto alla concorrenza. Non importa se sia vero o no, crederci è già metà del lavoro. Inevitabilmente arrivi su
quello che ha recitato dei demo che a te sembrano bellissimi, che tu non hai mai pensato di fare, senti la voce di uno bravo, molto bravo, troppo bravo!
Non sarò mai così! Ho ho hoooo... che dolore, sono un fallito, una caccola secca, un moccolo dal naso!
- Smettila! Sono 30 anni che fai questo mestiere. Non ti sta andando male...
Cambio mestiere, vado a fare il camionista! Lo spazzino.
- Piantala! Smettila!
Il tabaccaio, che adesso c'è la mariagiovanna e mi strafaccio così scordo il
mondo ingiusto e crudele.
- Anche tu te la cavi bene!
Il barista e mi uccido di Spritz!
- Quanto hai pagato di tasse l'anno scorso?
... un muccio di fottutissimi soldi!
- E allora? Visto che non sei un fallito?
Se li pago ancora fallisco di sicuro! Oooh me tapino ho ho...
- Non lo sopporto...
La mattina dopo, con gli occhi gonfi, recupero i brand più importanti per cui ho lavorato, i testi dall'archivio! Metto insieme una bozza di testo da esibire. E non ascolto più i colleghi o mi sento sopraffatto.
Non è la paura di non piacere. Quando facevo radio agli inizi della radio libera chi se ne frega, c’è spazio al mondo e io sto bene qui a mettere su i miei dischi.
Ma I demo sono il mezzo per raccogliere i grappoli d’uva e allo stesso tempo per misurarselo! Come i ragazzini col righello e poi arriva quello per cui serve il metro! Sicuramente è malato
ma più dotato di tutti e allora che fai?
Quando cominci a recitare il tuo demo pensi che farà schifo, che hai un pisellino minuscolo e vorresti andare a nasconderti.
Tra le accortezze c'è anche il demo confezionato per gli stranieri che mentre ti parlano non si preoccupano del fatto che tu capisci il 30, 25, 10% di quello che ti stanno dicendo parlando così
in fretta nel loro inglese. Ma quando sei tu a parlare in italiano eh... parli troppo velocemente non ti capiscono, quindi ti chiedono di parlare lentamente nella loro produzione.
Ma noi così ci capiamo benissimo!
- Kome a tetto zkuzi?
Ho detto che: c o s ì c i c a p i a m o b e n i s s i m o!
Tempo fa mi scrisse una agenzia straniera che curava la comunicazione di una catena americana di alberghi di lusso. Gli mandai i miei demo a riguardo ma mi chiese un demo recitato. Che strano!
Gli invai alcuni file tra cui uno con alcune gag con gli accenti italiani e mi confermarono il progetto. Ma non sempre sono rose e fiori, infatti era una segreteria telefonica per un albergo
al sud.
-Lei mi deve fare l'accento calabrese.
Come? Ci devo fare l'accento calabrese? Ma non è professionale un risponditore con uno che finge un accento del sud.
-A noi occorre dare un senso di famiglia e vicinanza al territorio fin dal primo contatto.
Quindi se la catena di hotel ne avesse uno a Bologna devo adattare la segreteria?
- Sì, per dare l'idea del luogo caratteristico!
...
- Mo benvenuto all'otel seraton. Vi risponderemo apena posibile, mo siamo tutti impegnati in piazevoli conversazioni. Stia ben li ve? Non si muova dalla cornetta. Ariviamo in un baleno! Old on, iu are ueiting tu bi connected uiz ze interiors riuaired. Va bein?
(click)
Alla fiera dell'est, per due soldi, un filmatino Paoletto doppiò.
E venne un tizio, sentì il filmato che che per due soldi al mercato Paoletto doppiò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un filmatino Paoletto doppiò.
E venne una signora, le piacque molto, come a quel tizio che sentì il filmato che per due soldi al mercato Paoletto doppiò.
Alla fiera dell'est, per due soldi, un filmatino Paoletto doppiò.
E venne un pubblicitario, che scelse quella voce, che piacque alla signora, quando venne tizio che sentì il filmato che per due soldi Paoletto doppiò.
Avete ascoltato Alla fiera dell’est, per la serie vita da speaker.
Grazie ad Angelo Branduardi se non s’incavola per avergli storpiato la canzone.
Grazie a Barry Gibb per il latte.
Le storie raccontate sono puramente inventate, tranne quella della segretetia che è stata davvero richiesta da una agenzia americana che poi alla fine ha cambiato idea perché la segreteria con gli accenti imitati era davvero una… Buona notte.
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