La Signora questa mattina è entrata in casa. Girava qui intorno già da un po' e credo avesse pianificato tutto. Come un veleno portato notte tempo ha atteso che facesse effetto. Siamo saliti in macchina di corsa verso l'ambulatorio, anche se le speranze erano poche. Ma la signora era già in auto prima che noi aprissimo gli sportelli. Ti ha preso mentre eri tra le nostre braccia.
Il dottore ci ha consolato ma il dolore era talmente forte che non riuscivo neppure a dire grazie. Non vedevo la strada. Lo sapevo che sarebbe successo, lo sapevo da settimane ma non volevo saperlo. Ti ho trovato sulla strada che stavi nella mia mano, ti ho salutata sulla strada in auto nell'illusione di poter fermare la Signora. Ma tornerà, lo so che tornerà. Non è crudele, sono io che non sono abbastanza forte, sono patetico. Ma ho una scadenza, come tutti al mondo ed è per quelli che amo, per loro oggi mi piange il cuore, perché dovrebbero vivere per sempre. Tutti quelli che amo, grandi o piccoli, dovrebbero vivere per sempre perché se rendono più bello il mondo anche solo un pochino come hai fatto tu, allora devono vivere per sempre, loro devono poterlo fare. Forever.
Io non sapevo di essere così vulnerabile. Ho perduto altre persone nel corso della mia vita. Sono morti amici e parenti cui in teoria avrei dovuto essere affezionato come e più che a te, ma è
evidente che non è così. Questo è dolore.
Mi ricorda il dolore che ho provato quando è morta Laika, la mia trovatella quando ero un bimbo.
Ma ero piccolo, non sapevo cosa fosse né la vita né la morte e quel dolore mi ha solo sfiorato. Mia madre invece ha pianto come stiamo facendo noi adesso perché in pochi anni quel
cucciolo era diventata una persona di famiglia. E mia madre era contadina quindi non facilmente affezionabile alle bestie che, di qualunque razza fossero, stavano fuori dalla sfera di famiglia.
Ma non Laika. Provò un tale dolore che decise di non volere mai più adottare nessuna bestiolina. Basta.
Il fatto è che eri tu come una sorellina. Ora sono spaventato all'idea del dolore che proverò se la Signora tornerà per una delle persone che amo così tanto. Quanto ho da perdere, come sono vulnerabile.
L'altra notte mi sono svegliato, era buio, sono sceso in studio, ho guardato fuori e c'era una luce che non avevo mai visto. La signora girava e diceva di prepararci, di salutarti.
Avevi 18 anni e per un esserino come te sono tanti. Sei stata in salute fino alla fine. La signora è stata gentile con te, ti ha tolto la forza a il respiro e in poche settimane sei evaporata, quasi senza soffrire. Avevi finito le batterie.
Non ho rimpianti eccetto forse per gli ultimi tempi in cui non avevo capito che stavi già facendo le valigie e di te, della creatura che conoscevo non c'era più molto, solo un ombra. Ma adesso mi manchi. Mi manca già saperti in giro. Tu che sentivi quando qualcuno stava male e lo andavi a consolare ed eri anche poco propensa a concederti tanto eri riservata. Tu che bastava la tua presenza per rendere l'aria più serena. Tu, che ti nascondevi e serviva un safari per ritrovarti. In un prato di erba morbida, su una pietra sotto il sole a rosolare, saperti in giro era abbastanza. Tu che amavi le scatole, ora sei li, nel mio giardino, per sempre in una scatolina fino a che la terra prenderà il tuo vestito morbido. La tua anima piccina è già nell'aria, in cielo.
Ciao bestiolina e grazie per questi anni. Avrò fede perché se ti ho trovata non è stato per caso. Il caso non esiste e so che adesso sei in buone mani.
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Andreas (domenica, 26 luglio 2020 16:45)
Beh ... qui mi hai rubato le parole e i sentimenti. Anche la mia Kisska è in una scatola che amava tanto ma ... in realtà ... è sempre con me e sempre lo sarà.