Questo che ti racconto è forse un po' difficile. Una palla!
Una palla di cristallo.
Sto cercando di farmi un idea del futuro prossimo guardando il passato. Perché spesso nel futuro accade quello che è già accaduto in un ripetersi di eventi in cui cambiano i nomi, i colori, le
forme ma mai i risultati. Come fare 2+2 o 3+1 o 4X1 o 8/2. Sembrano diversi ma il risultato è sempre... CINQUE?
Un ciclone di pensieri nato dopo una lunga e interessante telefonata con il mio amico Sante, collega esperto e saggio e dopo la condivisione con la mia socia, esperta, saggia e molto paziente.
Così, con un sacco di parole che mulinavano in testa, verso sera sono andato nel ripostiglio della legna. Fare lavori manuali è un ottimo rimedio quando la mente è satura.
Ho guardato la catasta che comincia ad essere ormai vuota dopo un lunghissimo inverno ed ho cominciato a pensare che è tempo di procurarmi legna. Giusto per evitare di restare con il sedere al freddo il prossimo inverno. Quel che resta basta per le infornate di pane, patate e grigliate. Anche uno speaker mangia. Molto. Come i cantanti che prima di esibirsi devono fare il fondo o non hanno forza. Bella scusa!
Di li è partito un susseguirsi di pensieri che trasportati dalla corrente hanno vagato verso il mio mestiere e i molti cambiamenti legati alla tecnologia che hanno modificato
il mondo.
Se voglio raccogliere legna anche in futuro devo comprenderli.
Non faccio il boscaiolo, faccio lo speaker, ramo doppiaggi pubblicitari e voice over. Sempre un ramo, alla fine, legna.
Se la domanda è: quando è possibile definirsi abbastanza intelligenti, la probabile risposta è: quando non si ripetono sempre gli stessi errori. Quindi, mi sembra logico ripercorrere il passato per riconoscerne le ombre nel presente!
Wow! Questa me la segno!
Però è una gara difficile perché mentre la vivi oggi, la medesima cosa accaduta ieri ha protagonisti e nomi diversi. L'unico modo per capirci qualcosa è avere una visione allargata che ti faccia comprendere il disegno del puzzle piuttosto che la trama dei singoli pezzi.
Partendo dal primo inizio possibile per noi, tutto ha avuto origine dalla radio libera. Abbiamo inevitabilmente parlato di Home studio, di doppiaggio. Siamo arrivati all'inizio del web, alla nascita di Youtube e dello streaming, dei portali e dei servizi on line. Abbiamo ripercorso l'evoluzione della nostra società nel nostro ambiente.
Evoluzione. Ma per chiamarla così e sguazzarci dentro, serve adattarsi.
Intanto ero nella legnaia e riempivo la cesta della legna per accendere il forno!
Occorre un oretta perché sia pronto per cuocere la cena ma dipende dalla legna: la quercia ha più potere calorifico e porta in temperatura prima del castagno che non fa brace e scalda meno e non mantiene la temperatura.
Così mi è parso chiaro che il castagno è come gli spot radio per le emittenti locali. L'associazione è lampante! Ogni boscaiolo la farebbe. Ne devi fare mille e non ripagano la fatica.
Però forse anche gli spot radiofonici locali realizzati a basso costo e qualità scadente stanno facendo il loro tempo. L'avvento dello streaming sempre in aumento nelle quote d'ascolto gioca
contro.
Ma gli spot locali già erano in pericolo! Perché mai i DJ devono pregarti di non cambiare canale prima della pausa pubblicitaria?
Dopo torniamo con questo grade successo!
E ti fanno sentire un assaggio di una canzone.
Magari hai appena ascoltato quel brano nella tua playlist e non ti interessa aspettare per sentirlo di nuovo e in più mentre viaggi la frequenza sparisce!
La radio smart della tua macchina non riesce a trovare un segnale FM decente e passa a Spotify che ti dice che la pubblicità fa schifo ma se paghi senti solo cose belle! Per essere
sicura che tu abbia compreso passa promo fastidiosi.
Spotify lo fa apposta.
Immaginando un ipotetico futuro non troppo lontano la radiofonia FM, mamma degli spot locali fin dagli anni 70 del secolo scorso, adesso sta perdendo quote nei cruscotti delle auto con
l'integrazione negli HiFi car di applicazioni memorizzate per streaming: podcast, Spotify, Google Music e Youtube, Spreaker, Audible e chi più ne ha più ne scarichi.
Negli impianti HiFi Car suonerà sempre di più lo streaming! Complice anche il sempre minore costo dei GIGA e la diffusione di internet anche dove non arriva l'FM. Oltre agli accordi
commerciali dei BIG di internet con le case automobilistiche: strette di mano tra giganti.
Persino i grandi Network radiofonici faticano a competere economicamente con lo strapotere dei vari player del web, entrati di peso nella distribuzione di musica e intrattenimento. Beh,
saranno presto anche banche! Ma questa è una storia diversa! Stiamo sulla radio... questo suggerisce un possibile cambiamento della radio rispetto a come l'abbiamo conosciuta. Chissà, forse
tra parecchi anni pensare alla radio FM sarà come pensare alle cabine telefoniche.
Forse resisteranno solo le emittenti, FM, DAB o in streaming, con grande intrattenimento e che faranno solo pubblicità belle. O almeno ci proveranno.
In fondo lo scopo della pubblicità è di farsi sentire, non di essere ignorata.
Lo scopo dell'intrattenitore è di farti restare collegato anche mentre passa uno spot, senza implorarti per farlo.
Certo, tra molti anni, e forse; perché nessuno sta a dormire quindi le radio troveranno una soluzione e si adegueranno ai nuovi tempi.
Sono molte le incognite: il 5G, il WiFi nazionale, qualche tassa ecologica sui giga, che ne so! Di certo non staranno ferme a guardare ed è quello che chiunque deve fare per non restare... senza legna!
Ma il futuro è un'ipotesi e noi ci nutriamo del presente cotto nel passato. E così mentre sistemavo la legna nel forno scoppiettante pensavo che Di Caprio ha delle spalle rubate
all'agricoltura e potrebbe darmi una mano a fare i ciocchi di legna per l'inverno!
Tanto è abituato alla montagna, è sopravvissuto all'attacco di un orso!
Pensavo anche che i miei boschi sono cambiati negli anni.
Se prima la mia riserva era la radio, poi ho cambiato zone perché li di legna non ne cresceva più, sono diventate zone dove crescono solo arbusti.
L'ho affrontato con calma il cambiamento, con un occhio al futuro pensando a dove sarebbero spuntate nuove opportunità.
Senza mollare tutto all'improvviso, metti che passino gli Unni su quel bosco di querce appena nate o che ci vada ad abitare un orso.
Allora si che mi servirebbe Leonardo! Lui che ha affrontato Wall Street, il Titanic, i boschi selvaggi con l'orso ed ha pure preso l'Oscar.
Si dice che al mercato non si comanda! Al mercato ci si adegua.
Da un certo momento in poi fai cose nuove oppure in modo diverso; hai nuove necessità. Registreresti su una bobina a nastro? Faresti a meno dello smartphone? Anche se dici sì
perché sei un ribelle, il resto del formicaio non lo farebbe. Non adesso.
Il mercato, quel posto dove trovi chi ti paga per qualcosa che tu offri.
Il Mercato è volubile alle leggi, agli umori della gente, alla tecnologia che cambia le abitudini e all'offerta: più ce n'è meno vale. Ma non sempre.
Negli anni 80 lavoravo in un mobilificio e facevo radio per passione.
Negli anni 90 facevo gli spot di IKEA e lavoravo in radio. Oggi i mobili o sono di gran classe o non competono con gli svedesi: abbiamo persino i generatori di nomi IKEA: una sedia? Poggharfell!
Un mobile 4 stagioni? Mozzerkal.
Intanto il ristorante è aperto e nel reparto shopping le polpette Ikea sono in offerta: compra le Stukkendal e in omaggio avrai un Fugtrekindul. Non sai cosa sia ma poi lo metti in padella:
fritto è gustoso anche un Thunker con finiture antracite. Ma non saprei se al forno viene bene.
Un grande cambiamento sono stati gli Home Studio e il voice over a distanza.
Miglioramento tecnologico nella registrazione audio unita ad internet che ha dato il via al nuovo modo di offrire servizi che non richiedevano più la presenza di un fonico o di un ingegnere del
suono con relativa costosissima attrezzatura.
Non necessaria per un voice over. In teoria. E il costo degli apparati bastanti ad offrire il servizio si è via via abbassato nel tempo rendendo il mestiere tecnologicamente alla portata di
tutti. Certo, ci sono pro e contro.
Noi che lo facciamo di mestiere abbiamo dovuto imparare cose che... facevamo prima ad assumere un fonico! E un tecnico delle reti. E un tecnico informatico. E un ingegnere del suono. E un
boscaiolo! Ma abbiamo imparato.
Prima dell' Home Studio, come speaker per offrire e registrare la tua voce dovevi andare da uno Studio Professionale all'altro spostandoti fisicamente nel traffico, magari facendoti accompagnare
dal tuo amico Mario che aveva la moto velocissima e ti portava in un lampo da est a ovest della città e si divertiva a guardarti lavorare ma quando arrivavi dentro allo Studio, la tensione
per il viaggio slalom tra le auto e i semafori era tale che la prima parola che dicevi al microfono per fare i livelli era AIUUUUUTO!! E tutto andava in distorsione.
E il fonico si spettinava con le casse troppo alte.
Un cambiamento epocale quello dallo Studio professionale all'Home Studio!
Un po' come il passaggio dal Taxi a Uber ma senza gli autisti psicopatici da manicomio serial killer protagonisti dei gialli stile Bones o CSI.
Forse storie raccontate proprio dai tassisti veri per fare spaventare la gente e far così crollare Uber. Uber non crolla, lo citano di continuo al cinema! Ti chiamo un Uber! Fa parte della
costellazione. Mica la spegni una stella.
Io comunque chiamo un taxi, con me ha funzionato.
Metti che chiami Uber e ti capita Mario come autista!
Mi ricorda la storia del gommista!
Il gommista che ha l'officina col ponte, attrezzature costosissime per ogni evenienza, compressori potentissimi, equilibratrici spaziali, scaffali e magazzini pieni di gomme ma quella volta che
ci vai non ha proprio la tua misura! "Eh sa, questa auto coreane hanno misure fuori standard! Non posso mica tenerle tutte!" Beh, considerando che tassano anche i magazzini, c'è da
capirlo!
Le ordina, ci torni dopo una settimana.
Poi scopri che un sito internet le vende a meno, probabilmente è lo stesso fornitore del gommista; in 24 ore le manda da una ragazza gommista che ha solo un attrezzo per montare ed equilibrare e
per 20 euro ti mette su le tue gomme ordinate su internet con appuntamento automatico e reminder sul tuo smartphone con tanto di tragitto sul navigatore satellitare.
E quella ragazza ne fa 20 al giorno da sola. Senza magazzino.
E senza un fidanzato.
Il vecchio gommista potrebbe offrire lo stesso servizio, con l'aggiunta di extra che solo lui può offrire. Quando sono solo le gomme, ha i clienti che se le comprano su internet in officina.
Quando si tratta del cerchione, della campanatura, delle pastiglie dei freni o di altri servizi, mica possono comprarli on line! Per ora la bella gommisa (che poi è una fantasia da calendario da
officina immaginarsi la bella gommista... ma va beh!) lei non può offrirli quegli extra.
Ma lui si. Però deve cambiare mentalità! Invece se resta a protestare perde la partita. Anche se se ne andasse a bucare le gomme di notte faticherebbe a rientrare delle spese e della fatica con
quella concorrenza e farebbe un favore alla ragazza gommista! Prima o poi verrebbe pure beccato col punteruolo nella gomma! Perché la gente onesta e disperata si fa beccare se fa
marachelle!
Finirebbe in carcere a lavorare in un call center che usa i carcerati per vender contratti telefonici. Esistono, mica me li sono inventati.
Non mi spiegherei altrimenti i contratti truffa al telefono!
Quelli sono già in galera, che altro gli possono fare!!
Così, mentre il forno cominciava a scaldarsi pensavo: cosa hanno fatto anche altri per adeguarsi ai cambiamenti?
Ad esempio, quando è nata la Grande Distribuzione, le botteghe di quartiere si sono viste soffiare gli affari da grandi magazzini che vendevano al pubblico gli stessi prodotti al prezzo a cui i negozianti li pagavano i prodotti all'ingrosso. Solo chi ha offerto cose uniche e buone ha avuto un futuro. Almeno fino al successivo cambiamento.
Più di recente tutti i settori hanno risentito della globalizzazione dettata dal web: farmacie, ferramenta, calzature, abbigliamento, alimentari e bevande!
Servizi di ogni genere, dal commercialista all'avvocato, dal fabbro al falegname tutti on line. Amazon, eBay, Wish! Qualcuno però ricorda il nome del negoziante che gli ha venduto il prodotto o
sa solo di averlo comprato su Amazon?
E per caso, qualcuno ricorda il catalogo Postal Market?
Ok, allora qui qualcuno o è giovanissimo o era su Marte o gli è calata la memoria oltre alla vista sulle pagine dell'intimo per donna.
Zalando, H&M. Molti di questi negozi aumentano la forza del servizi on line riducendo il costo di quelli fisici, con le immaginabili future conseguenze per le commesse e i magazzinieri.
Magazzinieri già in pericolo per l'automazione dei robot nello stoccaggio e spedizione.
E qui potrei riallacciarmi alle voci sintetiche che volenti o no hanno preso quella fetta di mercato che per diversi anni è stato terreno di allenamento e crescita per molti aspiranti speaker che
a basso costo facevano la voce per i dispositivi.
A basso costo, perché non c'era altro modo ma non importava l'arte o la bravura, non serviva l'unicità, serviva un elemento sostituibile. Questo è un dettaglio importante da tenere a mente.
Essere unici, il più possibile.
Comunque, noi speaker, non abbiamo fatto in tempo a vedere nascere un nuovo mercato, quello dei voice over a distanza via internet che subito una evoluzione tecnologica, i siti web da statici a macchine in grado di fare cose con una primitiva intelligenza artificiale, ha modificato di nuovo le cose: ora si va diretti sui portali per farsi contattare dallo speaker che da qualche parte nel mondo, registra quello che serve. Non importa sapere come si chiama, lui registra.
Non è solo cambiato il modo di fruire di certi servizi ma anche la platea e la richiesta sono aumentate. Tutti fanno un filmato, tutti vanno in TV, in radio, in pre roll (il pre roll è quel momento di pubblicità che anticipa il filmato che stai per vedere!). Tutti hanno il proprio canale pubblico. Perfino io!
Con i portaloni nasce la grande distribuzione delle voci, della musica, delle immagini, dei servizi. Per restare nel mio ambito, sui portali delle voci si mettono in mostra migliaia di varianti dello stesso prodotto. Esseri umani con la voce.
Nei portaloni non ci sono prodotti scelti ma tutti quelli che decidono di esporsi. Per mestiere o per diletto. Cosa diversa dai siti delle agenzie che invece fanno scelte e discriminano professionisti da dilettanti; anche se è facile confondersi.
Come le formiche a migliaia che avevano nidificato sotto la mia catasta di legna ci sono migliaia di speaker al buio e sempre disponibili pronti al microfono in attesa di essere
ingaggiati. Microfoni solitari.
Sono una moltitudine, un brodo di professionisti e dilettanti mescolati e in fortissima concorrenza tra loro e con i prezzi sempre più al ribasso a causa del sistema. I primi perché ci vorrebbero
vivere ma si vedono soffiare i lavori dai secondi a cui vanno bene anche pochi spiccioli tanto non vivono di quello, è solo un divertimento.
Lo speaker professionista in realtà lavora tantissimo! Ma se passa un giorno tranquillo sente la sensazione di essere stato dimenticato e quindi colto dal panico accetta il compenso al ribasso. L'oblio è il terrore dell'artista, ma anche del tassista, e del gommista.
L'unico che si salva è il boscaiolo che in fondo ci sguazza tra i boschi tutto solo.
Comunque, qualcuno ha intravisto opportunità in questi meccanismi e in queste moltitudini di microfoni solitari: il portalone ha detto agli speaker a caccia di legna: "ci penso io alla legna, tu stai al sole a rosolare. Appena arriva legna sul portale prova a prenderla tu. Ma se ti abboni allora io ti porto la legna a casa."
Lo ha detto a così tante persone che alla fine di legna ne è rimasta poca, non abbastanza da passare l'inverno al caldo! Senza abbonamento la legna se la pigliano tutta gli
altri. Così il portalone furbone ha fatto un sacco di abbonamenti che nessuno molla per paura di perdere anche un solo rametto.
Ora tutti pagano e stanno li anche a costo di farci una patta perché trovare lavoro è difficile almeno quanto farlo il lavoro.
In questo caso l'affare lo ha fatto il portale, che si paghi o meno, perché la sola presenza ingrassa già l'oste. Che c'entra l'oste? Era con il taxista ma ha bucato una gomma e si sono ubriacati parlando della ragazza gommista. Unastrana storia!
Il portalone ha cambiato il mercato e tocca adeguarsi!
Il cambiamento modifica il mondo in cui si è vissuti.
Ad un certo punto non lo si riconosce più! Non si sa come affrontarlo.
Vedi quello che grida inviperito allo scandalo! Vorrebbe tornare indietro a quando si stava meglio. Ma di solito le cose non tornano come prima, possono migliorare ma sono sempre diverse perché
assieme alle cose è cambiata anche la gente.
Il cambiamento porta nuovi parametri di misura.
Il lavoro potrebbe evolvere in rami dove anche la gente brava ma incapace di viverci della propria voce, raccoglie lavoretti dai portali arrotondando mentre gestisce un chiosco di gelati d'estate e uno di caldarroste d'inverno.
Se il mercato evolve così devi saperti specializzare per chi sa apprezzare la fibra della tua voce e il tuo saper veicolare emozioni, il tuo saper comunicare dal microfono del tuo home
studio. I portaloni esistono, l'unica via è non fornirgli la le tue qualità a prezzi da ribasso. Perché tu vali.
Ah, no, quella è la pubblicità della Loreal.
Molti si affacciano ai portali pensando di leggere un minuto di testo o qualche paragrafo di un corso e incassare qualche soldo. Ma questo non rende il senso della professione. Non hanno una carriera da costruire o da difendere. Vanno nei boschi a cercar funghi ma non sono boscaioli. Altrimenti farebbero legna! Quercia!
La chiave di lettura per reggere a questo cambiamento credo sia comprendere come il lavoro che facciamo non sia una vendita occasionale ma un servizio di assistenza al progetto del cliente e richiede la capacità di mettersi al servizio di chi si serve di noi. Chi non lo fa non ha alcun futuro in questo e in altri settori perché è facilmente intercambiabile. Non è unico! Oh, l'ho detto!
Tutto questo pensare mi ha fatto venir fame. Il forno è caldo!
Questo è il momento di infornare le patate. Patate grosse tagliate in pezzi lunghi e stretti della stessa dimensione, lasciate in acqua per qualche minuto a perdere l'amido, asciugate,
oliate.
Alcuni dicono di non mettere subito il sale perché fa uscire l'umidità dai tuberi rendendoli molli, ma la salamoia di sale marino e rosmarino fresco tritato al coltello e l'olio d'oliva, del sud
è più forte e saporito mentre dal nord è più delicato... ecco, questo insieme ha il suo perché anche se le patate sono ancora crude!
La crosticina grazie alla temperatura si forma in fretta e prende un sapore eccellente mentre l'interno resta morbido.
Ma il fuoco deve essere allegro e la temperatura sul manometro deve segnare almeno 300 gradi (che sono poi 250 dentro il forno)!
Ci vuole legna buona o non va in temperatura e non la tiene abbastanza a lungo.
E mentre facevo queste cose la mia mente ha ripreso a vagare: ho immaginato Alessandro Borghese che mi diceva "La qualità conta amico mio! Il cuoco è come uno speaker! Sa usare il microfono, sceglie quello buono, che non brucia gli ingredienti. Si allena e la sua voce è come la pasta italiana di qualità, tiene la cottura. Non ci mette troppo aglio, non brucia la cipolla, il prezzemolo e il basilico ce li ha freschi e pronti. Allestisce il suo ristorante con cura e studia un menù adatto al pubblico che vuole servire. Ora voto ma ricordate, con il mio voto posso confermare o ribaltare il risultato.
L'home studio di Paolo ha convinto per il suo forno a legna. Le tradizioni unite alla voce, all'uso della tecnologia e alla voglia di sperimentare non hanno convinto del tutto Alessandro che alla fine con il suo bonus ha ribaltato il risultato da lui stesso assegnato, portando così Paolo al punteggio maggiore. Non essendoci altri concorrenti Paolo ora può godersi il titolo di miglior speaker italiano com forno a legna degli appennini!
- Caro Balestri, tu sei il miglior speaker italiano con forno a legna degli appennini. Ecco qui cinquemila euro da investire nella tua attività. Che ne farai?"
"Mi compro un boschetto di querce e una sega a motore!"
"Bravo, così mi piaci!"
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