Un passo dopo l’altro. Si inizia così un viaggio. Un passo dopo l’altro.
Le distanze cambiano. Cambia il paesaggio.
Sei sulla strada, sei da solo. Sei sempre da solo nonostante la compagnia.
Guardi avanti perché è li che sono gli occhi, sul davanti.
Le distanze cambiano, sei più lontano da qualcosa e più vicino a qualcos'altro.
Un passo dopo l’altro. Un passo davanti l’altro. Guardi avanti ma mai di sotto.
Nonostante la gravità tendi a guardare il cielo, dove non hai le ali per volarci ma è li che guardi, perché gli occhi sono davanti e in alto.
Un suono, una parola e ti distrai: guardi in basso e non c’è più la strada.
Non un sentiero o un prato o una cortina di ciottoli e sassi: sei sospeso su un filo che pare non avere fine. Non c’è fine davanti, solo nuvole che nascondono i sogni, le speranze, i desideri.
Come ombre la dietro.
Ti giri e guardi alle tue spalle. Da quanto non guardi indietro? Rischi di perdere l’equilibrio ma vuoi vedere quando è stato il momento in cui sei salito sul filo. Non deve essere stato molto tempo fa, sei partito solo ieri. Così sembra.
Funziona così il viaggio, tu parti. Parti perché le tue gambe iniziano a muoversi oppure per un calcio in culo ma parti. Sono così tante le persone che incontri, tante le cose da dire, da fare. Mentre cammini sono tanti che ti dicono come camminare, come tenere la testa, cosa mettere sulle spalle. Parti che non hai nulla addosso e ora sei coperto di vestiti, tatuaggi, ciondoli.
Hai uno zaino pieno di cose, la mente piena di ricordi; così fitti che non vedi cosa c’è dietro.
Spostatevi un po’ e fatemi vedere da dove tutto è cominciato perché ora non so dove sto andando. Dici. Non so se avevo una meta. Me la sono persa. Sono qui e non so come ci sono arrivato!
Un passo dopo l’altro. Le distanze cambiano ma cambiano anche le altezze. Credevi che la terra sotto i piedi ci sarebbe sempre stata, che avresti visto pianure, montagne, palazzi e persone. Nuvole e uccelli. Il paesaggio cambia e a questa distanza, a furia di guardare per aria non c’è pavimento su cui poggiare la schiena, solo un filo che corre e sembra infinito. Sempre avanti. Sempre in salita.
Libero arbitrio! Puoi tornare indietro. Puoi correre all’indietro. Se questo filo corre in salita, ti basta girarti e troverai una discesa, puoi correre. Mollare lo zaino e tornare al punto di partenza. Non sai più dove volevi andare magari hai lasciato un appunto scritto su un diario, lo hai verniciato con la bomboletta sul muro del tuo cortile, lo hai inciso sulla corteccia di un albero. Non puoi essere partito senza una meta. Senza un sogno. Un passo dopo l’altro.
E allora ti giri e torni indietro. Lo zaino ti serve, il viaggio è lungo. Ora sai che avrai fame e sete. Quando sei partito non lo sapevi ma adesso conosci la gioia ma anche il dolore. Lo zaino lo tieni in spalla, non lo molli. Perché adesso sai.
Quanto tempo ci vorrà per tornate indietro? Per tornare a poggiare i piedi dove è ancorato questo filo? Eri in salita, ma se ti giri sei in discesa, farai più in fretta. Hai scorte ed esperienza sulle spalle. Coraggio, guarda avanti dritto verso il tuo passato a capire dove volevi andare.
Un passo dopo l’altro. Lo puoi fare. Sei più forte.
Guardi avanti e in basso. Perché è li che sono gli occhi, sulla testa, sotto la fronte, e puntano alla base del filo che sarà da qualche parte laggiù, dietro tutti quei ricordi, dietro tutte quelle persone che affollano l’orizzonte e nascondono il tuo obiettivo. Perché è li che vuoi andare.
Ora hai una meta, ora sai che devi trovare l’inizio di tutto. Un passo dopo l’altro.
Finalmente, ecco dove poggia questo filo. Su una terra solida, davanti a un portone. Chiuso. Mentre camminavi qui tutto è cambiato e l’unica cosa che non hai portato con te è il tempo!
Che sciocco sei stato, lo hai lasciato la dove ti sei voltato indietro. Hai preso con te lo zaino, i tatuaggi, i ciondoli ma non hai fermato il tempo. Quello non starà certo ad aspettarti.
Scavalchi il portone. Oramai non è il caso di chiedere permesso. Avrai lasciato qualche indizio qui. Ma tutto è cambiato. Non c’è più il cortile, il muro è stato riverniciato. Gli alberi non ci sono più. Chiedi alla gente che affolla i tuoi ricordi ma nessuno sa chi sei. Nessuno ti riconosce.
Non ti resta che tornare avanti e vedere dove porta quel lunghissimo filo che hai lasciato. Hai lo zaino pieno, conosci già la strada. Ci vorrà poco, un passo dopo l’altro, guardando in su, verso il cielo. Perché è li che sono gli occhi, davanti e in alto. E sarà bellissimo tornare dove eri rimasto, dove tutto adesso è cambiato, di nuovo. Ora sei certo che sul filo, non ci sono certezze, eccetto una, il filo stesso.
Un passo dopo l’altro. Guardando il cielo. Perché l’obiettivo è il viaggio.
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