Le schede audio sono una questione tecnica da lasciare a chi sa esattamente cosa farci ma sono anche una questione totalmente personale, ti piace o no.
Se dovessimo correre a scegliere sempre la migliore in assoluto in termini di converter A/D, di preamplifcazione, di routing e di dotazione software, probabilmente avremmo budget illimitati per
colmare le lacune che anche la scheda migliore presenta.
Sì, anche la migliore MOTU o la migliore Apogee, o RME o Antelope e persino la Apollo UAD più dotata ha i suoi limiti. Ho testato diverse schede audio e non a tutte ho dedicato il tempo di una recensione, sia perché nessuno mi chiede di farlo sia perché, ed è il fatto più importante, non ho una cultura tecnologica tale da poter fare una vera recensione, al massimo posso dare il mio parere nei limiti della mia professione.
Per esempio, se dovessi cogliere le sfumature tra un Cirrus Logic di qualche anno fa ed un AKM top di gamma probabilmente non sarei in grado di farlo se non attraverso una ricerca approfondita che esula completamente dal mio mestiere, sono pur sempre un doppiatore. Con preponderanza di lavoro da home studio ma questo non fa di me un tecnico specializzato. Posso solo sentire se un prodotto mi scalda il cuore oppure no. Ma anche qui occorre fare distinzioni tra quel che viene indotto dal mercato e quello che realmente stiamo vivendo, quindi l'unica cosa da fare per testare nel mio mondo una scheda audio è provarla per qualche tempo come fosse la principale e vedere se la amo per davvero o se comincia a starmi sule palle.
Sì, la scheda non è una top di gamma a dispetto del suo marchio. Ma anche Focusrite, Motu, Audient e altri marchi producono in tutte le fasce di mercato. C'è chi sostiene che si tratti del tentativo di Universal Audio di prepararsi all'uscita dal mondo DSP per evitare le perdite derivanti dal fatto che i DSP potrebbero presto non essere più necessari nemmeno per avere latenza zero con plugin standard. In effetti i nuovi processori possono fare un sacco di cose e i DSP se non offrono una resa sonora sopra ogni aspettativa, rischiano di brutto. Anche se restano un ottimo modo per evitare crack dei software. Anche se mi ci gioco i gioiellini di famiglia che esiste una versione craccata dei plugin UAD da qualche parte.
Qualunque sia la ragione, si sono presentati con una gamma di prodotti che hanno pro e contro, quindi stanno nella media. Qualitativamente stanno più verso l'alto che in basso e sicuramente già la SSL2+ o la Audient ID22 sono ottime alternative in termini di offerta ingressi e uscite. Ma tutto dipende da cosa ti aspetti dalla tua scheda, da come la senti suonare. Io ci registrerei la mia voce, parlata. Ho alcune necessità e alcuni desideri che appago benissimo con la Apollo ma costa almeno 5 volte questa. Se fosse per me mi porterei in viaggio una UAD Arrow o la SOLO e con tre plugin avrei un setup a prova di stanza d'albergo.
Ma quello che voglio verificare qui è se con una cifra più abbordabile questa scheda offre il modo di piazzare la tua voce live senza impazzirci dietro con troppa post produzione e plugin, con un suono caldo e dal sapore analogico. Ecco che qui con 300€ direi che puoi farlo ottenendo un buon risultato da subito. Senza la pretesa di ottenere un settaggio da Alan Parson con due bottoncini ma qualcosa di buono c'è già.
Ci hanno messo (!!) il preamplificatore del nonno Putnam, il 610A. Una storia di famiglia che ritroviamo anche sulle Apollo. Poi nelle serie con il numero 76, quindi le VOLT 176, 276 e 476 ci hanno aggiunto il limiter compressore 1176 a latenza zero. Ma non è come nelle Apollo dove hai la Console e i DSP, no, qui non c'è nulla. Sono 4 setup pronti in alcune combinazioni fisse e poco regolabili. O meglio, con una regolazione che forse non ti aspetti.
Potrebbe essere che non serva più entrare a -18dB per preservare la traccia, che oramai coi moderni converter A/D non abbia più senso. Ma per il mio parlato ne ha, perché devo fare i livelli in particolare in una live. Eppure non interviene in modo così massiccio eccetto nella posizione FAST dove il compressore si sente.
Considero che sia al primo firmware quindi ci sono possibilità di miglioramenti o addirittura di cambiamenti al momento inattesi, che so, l'aggiunta di una console a pagamento! Che ne so!
Mettiamola così, se volessi avere un Putnam 610 dovresti sborsare più di un millino per un singolo ingresso.
Se poi volessi comprarti un 1176 dovresti penare un po' e poi lasciarci un altro pacchetto di soldi. E potresti registrare su una Audient o una Motu.
Comunque, in questa scheda il compressore lavora fisso con un ratio di 6:1. Ho tentato di replicare la cosa sulla Apollo ed è davvero difficile perché non esiste un 1176 con un Ratio così, il modello 1176AE ha un ratio che passa da 2 a 4, 8 e 20 mentre gli altri vanno direttamente da 4 a 8, 12 e 20. Quindi il 6:1 è arbitrario.
Tempi di attacco e rilascio: gli 1176 sono famosi per essere estremamente veloci, non si può fare un settaggio preciso ma con le manopole si passa a orecchio da 20 microsecondi a 800 microsecondi. Non millisecondi ma MICRO, un milionesimo di secondo.
Eppure nella VOLT sulle specifiche viene dichiarato:
2 millisecondi di attacco e fino a 300 millisecondi di release - VOC.
1,5 millisecondi di attacco e fino a 700 ms di release - GTR.
30 microsecondi di attacco e fino a 35 ms di release - FAST.
Non lo fai sull'1176. Né in quello vero e neppure in quello software che ha la controlli extra come la headroom variabile, non presente sul modello fisico.
Quindi diciamo che ha un compressore che si ispira all'1176 ma che non gli è neppure parente.
La Volt, almeno la 276, ti offre un suono ottimamente campionato, un preamp fra i migliori in quella fascia di prezzo e ti consente di pilotare un microfono dinamico senza problemi.
Ha gain leggermente inferiore alla Apollo e anche alla SSL2 che sembra essere la sua concorrente.
Funziona su Mac e Pad senza driver, non ha software di gestione. Non so dirti su Linux. La SSL ha i driver, UAD è molto MAC oriented.
Il routing è inesistente. Questa versione non ha uscite secondarie digitali. Nemmeno ingressi.
Ha l'alimentazione 5 volt separata se per caso il tuo sistema non dovesse accenderla e ci ha messo i cavi, questa volta.
Ha il midi e anche il pulsante per spegnerla.
Ha un monitoring selezionabile in mono o stereo per la cuffia.
Ha un unico Phantom, che si accende mettendo automaticamente in MUTE fino alla completa accensione, così da non fare rumori, direi pensato per una situazione live.
Ha il controllo delle casse-monitor separato da quello in cuffia e sia i monitor che le cuffie offrono una resa ottima da studio, senza artefatti o perdite di qualità, segno che nonostante il converter AD/DA non sia recentissimo è stato inserito in una elettronica che lo fa lavorare come si deve. E di solito è proprio quello che conta. Si presenta solida ed è piacevole da usare.
Suona bene, non perdi qualità e i compressori fanno il loro porco lavoro.
Se devo scegliere una scheda da come suona, questa suona meglio di molte sue concorrenti. Se non te ne importa niente del compressore e del tasto vintage trovi di meglio a meno, meno analogico e vintage.
Non c'è nulla che esista in commercio tra i loro prodotti che possa emulare il setup delle 276 (e pure 176 e 476).
La testo da un mese. Ora so come il compressore funziona nella pratica.
E so anche che le versioni senza il compressore sono inutili.
Ecco il video.
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