C’è una pratica che mi lascia molto perplesso, l’auto celebrazione.
Un po’ come il circo che passando racconta siore e siori venite a vedere il fenomeno del momento! L’uomo con 12 dita nei piedi. La donna barbuta. Il cavallo ragioniere! Lando trepalle.
No, beh, lo so è… una mia sensazione. Quando vedo che siamo noi ad auto pubblicarci i filmati o gli spot sui social e facciamo sapere a tutti quelli che ci seguono di essere la voce di quello
spot, di quella campagna informativa, di quella produzione…
Niente di male, sia chiaro, ma il mio senso del pudore mi impedisce di partecipare a quel rito con tanta leggerezza.
Quando vedo persone farlo, e fanno benissimo a farlo perché altrimenti pochi se ne accorgerebbero di quella bella produzione, mi viene sempre da chiedermi: ma il tuo cliente, lui, che ti ha
scelto, usato e pagato, non ha sentito la voglia di condividere il successo con te? Di celebrarti? Di mettere il tuo nome nei titoli di coda?
No, così come non ci sono i nomi dei grafici, dei musicisti o di altri artisti che ci hanno lavorato.
Oh, sia chiaro, non tutti vorrebbero essere nominati in tutte le produzioni, perché ci sono cose che si fanno perché non se ne può fare a meno, per la pagnotta, ma non se ne condivide
completamente il risultato, le scelte, gli stili. Quindi, sì, sai perfettamente che vieni usato come strumento per quel prodotto ma se anche non si viene a sapere in giro… perché la gente sui
social tende a darti una collocazione: hai fatto una campagna per la vendita degli orologi della grande Forgiatello FC calcio? Sei un tifoso del Forgiatello. Hai prestato la voce ad una campagna
politica? Sei un democristiano, comunista, fascista… e dovevi rifiutarti perché … perché la gente sui social viaggia sempre con la verità in tasca.
Eppure ci sono cose che non faccio o che non farei mai.
La politica… beh, anche no, eviterei di prestarmi a chiunque ma fino a che punto? Se mi offrissero cifre davvero cifre importanti, importanti per la mia quotidianità, lo farei?
Si, ma dopo, posterei il video su Linkedin dicendo sono la voce ufficiale del deputato del partito delle carote blu? … chissà perché proprio le carote!
In fondo io sono solo uno strumento, non è mia responsabilità la politica di quella persona. Se pubblicizzo la carne in scatola che fra un anno diventa oggetto dello scandalo delle carni radioattive, ne ho colpa io? Magari i TG cominciano a far vedere lo spot dove io, con la mia voce recitavo il testo del copy che indicava le qualità del prodotto adatto anche ai bambini… ma l’aveva scritto il copy, io stavo solo facendo benissimo il mio lavoro!
Ma adesso, quella voce, la mia voce, passa al TG tra le notizie dello scandalo della carne radioattiva. Che faccio? Lo posto su Instagram?
Scrivi commento